Monte Ferraro 1493.8 m - 28.03.2010
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Ci troviamo a Ponte Tresa alle h 7:30 e proseguiamo per Arosio (820 m), paese svizzero del Malcantone, per un’escursione al Monte Ferraro (1493.8 m). Lasciata la macchina fuori dall’abitato ci mettiamo in marcia. Il paesaggio con vista sul lago di Lugano e sulla catena montuosa è molto bello e i “rustici” costruiti in questa zona sono veramente ben tenuti. È una bellissima giornata calda, il cielo è terso e dalle molte fontane che si incontrano, zampilla un’acqua gelida che sa ancora di neve. In giro non c’è nessuno, macchie di crocus bianchi e viola, che si schiudono al primo sole del mattino, ricoprono gli alpeggi ancora in disuso per il lungo inverno e nell’aria si sente la primavera. Lasciamo la strada asfaltata e prendiamo il sentiero che sale ripido nel bosco ancora innevato. Proseguiamo senza fretta ed arriviamo alla Bassa di Arosio (1367 m) da dove partono i sentieri per il Monte Gradiccioli (1936 m), il Monte Tamaro (1967 m) ed il Monte Ferraro (1493.8 m). La vista che da quassù si apre nelle valli interne del Malcantone è veramente bella e le montagne circostanti sono ancora coperte di neve. Scorgiamo un gruppo di tre escursionisti che stanno salendo al Monte Gradiccioli e pensiamo che sarà difficile che possano raggiungere la vetta: l’ultimo tratto è molto pericoloso da percorrere con la neve. Osserviamo i tre scomparire tra gli alberi, facciamo qualche foto e ci rimettiamo in cammino. Il sentiero, che sale tra il bosco di faggi, è coperto di neve e ogni tanto sprofondiamo fino alle ginocchia. La vegetazione diventa sempre più rada, raggiungiamo una zona più pianeggiante ai piedi del Monte Ferraro, che ha la forma di una cupola, e dopo un ultimo strappo siamo in cima. La vista a 360 gradi è eccezionale e provo a seguire i profili delle montagne che si stagliano nitide nel cielo blu: a SO il Monte Lema (1624 m) e poi il Poncione di Breno (1654 m), il Monte Magno (1636 m), il Monte Gradiccioli (1936 m) ed il Monte Tamaro (1967 m); e poi ancora il Pizzo di Claro (2727 m) e le Alpi Lepontine Orientali, il Camoghé (2229 m), il Monte Bar (1814 m), il Monte Gazzirola (2116 m), la Cima Fojorina (1809 m), il Monte Boglia (1516 m), il Monte Generoso (1701 m) e giù fino al San Giorgio (1097 m), al San Salvatore (912 m), ed al Lago Ceresio (271 m), e poi perdersi lontano tra le tenui foschie della pianura da dove emerge il profilo delle Alpi Marittime. A chiudere questo cerchio immaginario, la sagoma inconfondibile del Monviso (3841 m). Troviamo un posto al riparo dal vento e mangiamo, e mentre commentiamo il fantastico paesaggio che ci circonda, una coppia di aquile volteggia sopra di noi, si lascia trasportare dalle correnti ascensionali e sparisce tra le montagne. Siamo veramente estasiati e ci piacerebbe restare ancora qui, ma purtroppo bisogna riprendere il cammino, cosa che facciamo non prima di aver bevuto un secondo caffè. Decidiamo di non fare il percorso tracciato da Marino, e che prevedeva il ritorno alla Bassa di Arosio per poi continuare a sinistra, ma di riportarci alla base della montagna e da qui tagliare verso SO. Il sentiero, che dapprima era ben segnato, ben presto si perde tra la vegetazione. Due caprioli fuggono spaventati e scompaiono nel bosco di betulle. Con l’aiuto del GPS ci spostiamo più in basso e riusciamo a prendere lo stradone che ci condurrà alla macchina. Per strada incontriamo i tre del Monte Gradiccioli e ci confermano che non sono riusciti a raggiungere la vetta, c’era troppa neve ed era pericoloso proseguire. Bisogna sempre saper rinunciare in caso di pericolo.
Per le belle emozioni che ancora una volta la montagna ha saputo darci, l’escursione di oggi ci è piaciuta molto. Magari ci ritorneremo d’inverno, con le ciaspole.